Denunciati Coniugi per un matrimonio “falso”
Nel mese di maggio 2018 la Procura di Asti ha avviato le indagini e inviato gli avvisi di garanzia ad una donna italiana e un uomo pakistano per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.
Ai due, che si erano sposati qualche mese prima, viene contestato di avere organizzato un matrimonio falso, celebrato all’unico scopo di regolarizzare la posizione di immigrato clandestino dell’uomo, elargendo alla donna un compenso di cinquemila euro. Insieme ad un terzo uomo che aveva combinato la falsa unione matrimoniale, i due risultano indagati anche per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Lei italiana e lui del Pakistan sposi ad Asti
All’Ufficio immigrazione presso la Questura di Asti arriva un giorno la dichiarazione di matrimonio di una coppia mista, lei italiana e lui originario del Pakistan. Il certificato di matrimonio arriva unitamente alla dichiarazione di residenza dell’uomo, che si è trasferito ad abitare presso la casa coniugale.
Nulla di strano sembrerebbe, se non per un dettaglio che insospettisce fortemente i poliziotti in servizio presso l’Ufficio immigrazione.
Dichiarazione di ospitalità alla Questura
Risulta infatti che l’indirizzo di residenza dichiarato dalla coppia è presente in numerosi documenti che giacciono sulla scrivania dei funzionari. Quando un immigrato è in attesa del rilascio o del rinnovo di un permesso di soggiorno, deve fornire alla Questura una dichiarazione di ospitalità, indicando una abitazione presso la quale accetta di essere sottoposto a controllo prima di ottenere il permesso richiesto.
Agli agenti non sfugge questa singolare coincidenza.
Numerosi immigrati in attesa del permesso di soggiorno hanno indicato l’indirizzo corrispondente alla casa coniugale dei due novelli sposi, nelle rispettive dichiarazioni di ospitalità.
Gli agenti si recano presso l’abitazione per controllare che effettivamente non emergano irregolarità ma all’arrivo presso la casa, invece di trovare un nido d’amore pronto ad accogliere i due sposi, scoprono quello che a tutti gli effetti è un dormitorio di immigrati provenienti dal Pakistan, alcuni dei quali soggiornanti irregolarmente in Italia.
Non solo, ma le circostanze portano a concludere chiaramente che nella casa vi abita solo il marito e della moglie, nessuna traccia.
La sposa riceve una somma di denaro
L’esperienza lascia intendere che si trovano di fronte all’ennesimo matrimonio truffa, dove un cittadino italiano, più spesso una donna, magari in difficoltà economica, accetta di essere pagata per sposare un immigrato clandestino e sottrarlo alla espulsione certa dal territorio italiano.
Secondo la categoria degli avvocati matrimonialisti, ogni anno si celebrano almeno tremila matrimoni falsi, tutti allo scopo di garantire l’ottenimento del permesso di soggiorno.
Questi tremila matrimoni vanno generalmente a buon fine grazie al fatto che non tutti i comuni dispongono di controlli preventivi sugli sposi, per accertare il regolare possesso del permesso di soggiorno da parte del cittadino straniero e consentire la corretta applicazione della normativa sugli ingressi degli stranieri in Italia.
Di questi tremila matrimoni, sostengono le categorie di avvocati, oltre la metà non viene mai scoperta prima della celebrazione né denunciata successivamente.
In Italia si stima una media di tremila matrimoni di comodo all’anno
Questi dati portano a ritenere che in Italia vi siano quasi ventimila stranieri che risultano cittadini italiani in piena regola grazie ad uno stratagemma contrario alla legge.
La riprova che il matrimonio è falso ed è stato celebrato solo per aggirare la normativa sulla concessione del permesso di soggiorno, è data dal fatto che la quasi totalità di queste unioni naufraga nel giro di breve tempo e i Tribunali vengono presi d’assalto da coppie cosiddette miste che chiedono la separazione o il divorzio.
A volte lo straniero si sposa nel Paese di origine e chiede successivamente il ricongiungimento alla moglie che è tornata in Italia.
Un fenomeno che spesso assume connotati più sofisticati.
È il caso dei matrimoni celebrati nel paese d’origine dello straniero il quale rimane nel suo paese lasciando che la moglie ritorni in Italia.
Lascia trascorrere un po’ di tempo poi chiede il ricongiungimento famigliare, una motivazione che spesso viene accolta senza preventivi controlli ritenendo che dietro vi siano reali necessità sentimentali.
L’avvio delle indagini per Falso Ideologico del Privato
A seguito della segnalazione dell’Ufficio immigrazione della Questura di Asti, la Procura competente territorialmente ha avviato le indagini nei confronti dei due coniugi e del terzo che ha messo in contatto i due, contestando i reati di falso ideologico del privato in atto pubblico e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Di fronte agli inquirenti la donna ammette il reato
La Questura contesta che il matrimonio sia falso e celebrato unicamente allo scopo di favorire la permanenza dell’immigrato pakistano, irregolare, sul suolo italiano.
La donna, interrogata, ha ammesso che il matrimonio era stato contratto al solo fine di far ottenere al clandestino pakistano i documenti necessari per il permesso di soggiorno e che l’unione si sarebbe celebrata dietro compenso di cinquemila euro, suddivisi in due tranche, consegnate una prima e una successivamente al matrimonio.
Le ragioni alla base delle contestazioni
La Questura ha proceduto ad emettere decreti di espulsione nei confronti dei cittadini soggiornanti irregolarmente sul territorio nazionale, rinvenuti nell’abitazione indicata come casa coniugale dai due sedicenti coniugi. Tra essi figura anche il pakistano che aveva contratto matrimonio con la donna italiana residente nella provincia di Asti.
Le indagini hanno ad oggetto anche il ruolo di un terzo, di origine pakistana, che dietro compenso avrebbe messo in contatto la donna con il futuro marito, ed avrebbe gestito gli aspetti economici della vicenda.
Richiedenti il permesso di soggiorno
Il falso matrimonio è stato celebrato a fronte di una elargizione di cinquemila euro. Una volta celebrata l’unione, i due non si sarebbero più frequentati e come indirizzo di residenza il pakistano irregolare avrebbe indicato un alloggio nel quale transitavano e stazionavano altri connazionali stranieri in attesa di regolarizzazione o immigrati irregolari.
Matrimonio falso, è reato ex art. 483 cp
La celebrazione del matrimonio con rito civile dietro compenso è uno stratagemma frequentemente messo in atto dagli stranieri che hanno necessità di regolarizzare la loro posizione in Italia.
Dietro corresponsione di qualche migliaio di euro, soggetti che soggiornano irregolarmente nel territorio nazionale e spesso dediti ad attività illecite, riescono a procurarsi spose compiacenti di nazionalità italiana.
I reati che si profilano per i protagonisti dei matrimoni c.d. truffa vanno dal falso ideologico del privato in atto pubblico al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La Polizia interrompe la celebrazione di un matrimonio falso
Nel 2018 la polizia ha sventato un matrimonio a pochi passi dall’altare.
La coppia composta da una cittadina italiana e da un cittadino magrebino senza permesso di soggiorno, si stava accingendo a unirsi in matrimonio quando le autorità messe in allarme hanno effettuato i controlli arrivando alla conclusione che il matrimonio era un falso.
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