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Appropriazione indebita dell'amministratore societario

appropriazione indebita cronacaCondanna a due anni di reclusione e alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per un anno e sei mesi per l’ex vicepresidente di Confindustria nonché ex presidente di Expo 2015 spa. 

Il Tribunale di Milano ha riconosciuto la persona, colpevole di aver commesso il reato di appropriazione indebita, con l’applicazione delle attenuanti generiche, la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel casellario giudiziale, dichiarando il non luogo a procedere per i fatti risalenti al 2008 per effetto della intervenuta prescrizione.

Condanna superiore alle richieste del Pubblico ministero

La condanna è superiore alle richieste della pubblica accusa, che per l’imprenditrice aveva chiesto una pena di un anno e tre mesi, contestandole la distrazione dalle casse di un noto gruppo industriale, fondi serviti a pagare spese private.

Una vita da sogno grazie alla chimica

Nata in una famiglia molto facoltosa, un matrimonio felice con un coniuge facoltoso, dotata di sicure capacità imprenditoriali, l'imputata possiede tutto quello che potrebbe far felice una persona: denaro, successo, fama.

Come prima di lei il nonno e poi il padre, è arrivata a capo di uno dei maggiori colossi farmaceutici del mondo leader nella produzione e nella ricerca in ambito di diagnostica per immagini, farmacologia, dispositivi biomedicali, sistemi avanzati di somministrazione di mezzi di contrasto.

Impegno a favore delle donne lavoratrici e della ricerca

L'imputata si è sempre schierata a favore delle donne lavoratrici, proprio perché deve aver imparato sulla propria pelle la difficoltà di affermarsi in un mondo quasi interamente maschile, quello dell’imprenditoria e della dirigenza.

Nei suoi stabilimenti di farmaceutica e biomedicale il 40% dei dirigenti sono donne a fronte di una media nazionale di appena il 5% e la struttura aziendale è improntata alla compatibilità tra lavoro e famiglia: la società ha messo infatti a disposizione dei dipendenti un servizio interno di assistenza sociale, la flessibilità di orario, una baby-sitter sempre a disposizione, assistenza domiciliare a favore del genitore anziano malato, campus estivi per i figli e un servizio di accompagnamento psicologico e gestionale nella fase delicata della maternità e della pensione.

L'imputata ha poi investito molto nella ricerca, costruendo a Ivrea un centro di ricerca di 8000 metri quadrati di cui oltre la metà adibiti a laboratori, che si affianca a quelli già da anni presenti nel resto del mondo: un colosso imprenditoriale presente in cento paesi.

Gli investimenti immobiliari di prestigio e le conseguenti spese

Un crescendo di notorietà e introiti che regalava possibilità di vivere esperienze riservate a pochi fortunati.

Già protagonista di un’infanzia agiata, tra lezioni di pianoforte e studi dei classici greci, frequenta da imprenditori e politici: molti protagonisti dell’industria e della cultura milanese si sono dati appuntamento per festeggiare il suo cinquantesimo anniversario del primo giorno di lavoro, organizzando una festa servita per raccogliere fondi da destinare alle attività benefiche delle associazioni patrocinate dall’imprenditrice.

La grande disponibilità economica ha dato alla donna la facoltà di poter dare libero sfogo alla propria passione per gli investimenti immobiliari, comprando ville e proprietà di lusso nelle località più esclusive: Capri, i laghi lombardi, la Provenza, le valli dell’Astigiano, le montagne dell’Alta Savoia, oltre ad una flotta di yacht altrettanto lussuosi.

Ma le case, si sa, così come le imbarcazioni, richiedono manutenzione e più il bene è di prestigio, maggiore sarà la complessità e la raffinatezza dei lavori che dovranno essere eseguiti, tanto da necessitare, per il loro completamento, l’esorbitante cifra di tre milioni e seicentomila euro.

Le prime indagini della Guardia di Finanza sulle spese di ristrutturazione

Questa circostanza insospettisce la Guardia di Finanza che si mette al seguito della imprenditrice. Nel gennaio 2015 arriva così il rinvio a giudizio per appropriazione indebita ed evasione fiscale al termine delle indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano.

Le autorità hanno passato al setaccio la contabilità del gruppo industriale al fine di trovare elementi giustificativi delle fatture emesse da due architetti milanesi per un totale di oltre tre milioni di euro, aventi ad oggetto imprecisati lavori di ristrutturazione.

Oltre tre milioni di euro per i suoi architetti

In realtà tali spese, come ha rilevato la Procura, addebitate nel corso degli anni dal 2008 al 2013 alle diverse consociate del gruppo industriale, si riferivano ad opere di ristrutturazione svolte nelle case private dell’imprenditrice e a lavori di manutenzione delle sue barche.

Secondo la ricostruzione della Procura, l'imputata aveva affidato ai due architetti i lavori su cinque case e su alcuni yacht di sua proprietà, prelevando i fondi necessari dalle casse del gruppo industriale di cui è a capo e facendo emettere le fatture a favore delle diverse società ad esso afferenti.

Durante lo svolgimento delle indagini, in considerazione dell’entità della somma dovuta alla Agenzia delle Entrate per effetto della contestata evasione fiscale, pari ad un milione e 42 mila euro, sono stati posti sotto sequestro beni per un valore corrispondente, poi dissequestrati dal Gup una volta sanato il contenzioso tributario con l’Erario.

Reclusione e interdizione per l’imprenditrice
Accogliendo la richiesta di condanna formulata dal Pubblico Ministero, la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Milano, in composizione monocratica, nel 2016 ha condannato l'imputata a due anni di reclusione e alla misura accessoria della interdizione dai pubblici uffici per un anno e sei mesi, in quanto ritenuta responsabile dei reati commessi in qualità di presidente del Consiglio di Amministrazione della società a titolo di appropriazione indebita.

Insieme alla presidente della società sono stati condannati a un anno e mezzo di reclusione anche gli architetti che si erano occupati dei lavori di ristrutturazione dietro fatture emesse per milioni di euro.

La difesa della imprenditrice aveva invece insistito per la totale estraneità della imputata alle modalità di pagamento e fatturazione dei lavori.

L’amministratore che si appropria dei fondi aziendali per spese personali

Sulla ricorrenza di una responsabilità in capo all’amministratore della società che si appropria di fondi aziendali per coprire spese personali esiste una casistica vastissima e indubbiamente destinata ad aumentare in numero e varietà delle fattispecie.

La tendenza è quella di inasprire le ipotesi di infedeltà a danno dell’azienda che offre il posto di lavoro, anche e soprattutto a livello dirigenziale, dove si verificano casi di reato specifici per gli amministratori e i soci che hanno la possibilità di disporre delle casse aziendali.

Per tale motivo, la giurisprudenza di merito ed anche quella di legittimità, è sempre più orientata a condannare con rigore le ipotesi della appropriazione di milioni di euro dai fondi aziendali per destinarli alle proprie esigenze private, senza che possa a tal fine rilevare che gli adempimenti fiscali della fatturazione e dei pagamenti non siano gestiti direttamente dallo stesso amministratore.

Sottrazione di somme dalle casse sociali, ricorrente reato di appropriazione indebita

Quella dell’amministratore di società, o di incaricato ad altro titolo delle relative disponibilità finanziarie, che si appropria dei beni dell’azienda è una fattispecie ricorrente nelle cronache giudiziarie e giornalistiche, che non risparmia nemmeno le società e i gruppi industriali più quotati.

È del 15 marzo 2017 la notizia che la Procura della Repubblica di Roma ha inviato 82 avvisi di garanzia ad altrettanti dipendenti di Finmeccanica, indagati di appropriazione indebita aggravata di risorse della società dopo che la Guardia di Finanza della Capitale ha svelato un ammanco di oltre tre milioni di euro dai fondi aziendali destinati a finanziare i prestiti al personale.

Una vicenda simile a quella che ha coinvolto anche l’ex segretaria regionale della Cisl, accusata di appropriazione indebita di denaro dalle casse del sindacato per pagare lavori di ristrutturazione di un appartamento che la sindacalista ha sempre affermato esserle stato consegnato a titolo di benefit, ed ancora, simile a quella che le cronache del marzo 2017 hanno riportato a carico del gruppo editoriale Sole 24 Ore.

Alcuni dipendenti infatti, in appena tre anni si sarebbero appropriati di circa tre milioni di euro facendo figurare la sottoscrizione fittizia di decine di migliaia di abbonamenti digitali, portando alla luce una serie di condotte infedeli che hanno indotto gli altri lavoratori del gruppo editoriale a scioperare fino a quando non fossero stati presi provvedimenti a carico dei responsabili.

Aggiornamenti alla vicenda

La Corte d'Appello di Milano in parziale accoglimento dell'impugnazione della sentenza di primo grado ha diminuito la pena inflitta. 

Recentemente, il Tribunale di Sorveglianza ha riabilitato l'imputata.

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